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È vero che dal 2015 non esisteranno più lo scontrino fiscale e le ricevute?

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    Micia

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    Per caso è vero che grazie al documento approvato con l'aggiornamento del Def non esisteranno più lo scontrino fiscale e le ricevute, dato che l'aggiornamento apportato al Def prevede solo controlli mirati?

    Sapete se è vero quanto viene scritto nel seguente articolo?

    Ecco l'articolo:
    CITAZIONE
    Fisco, addio scontrini e ricevute. Ecco come pagheremo dal 2015
    Con l'aggiornamento del Def i sistemi di pagamento come li abbiamo sempre conosciuti cambieranno radicalmente

    Lo scontrino fiscale e le ricevute vanno in pensione. Il documento approvato con l'aggiornamento del Def prevede solo controlli mirati. Contro l'evasione basta la tracciabilità. I nuovi strumenti tecnologici e la trasmissione telematica dei dati rivoluzionano i nostri sistemi di pagamento. Ma intanto nel 2016 c'è il serio rischio di una stangata Iva. I sistemi di pagamento come li abbiamo sempre conosciuti cambieranno radicalmente. Come scrive il "Messaggero", il governo ha l'intenzione di perseguire la lotta all'evasione fiscale sfruttano i vantaggi offerti dai nuovi strumenti elettronici e tecnologici, abbandonano l'obsoleto scontrino.  Anche se è possibile che tutto questo non basti: la legge di Stabilità conterrà infatti una clausola di salvaguardia in base alla quale, se necessario, scatterebbe un aumento di Iva e altre imposte indirette nel 2016, 2017 e 2018.


    Il ministro Padoan ha avvertito che senza una ripresa decisa è a rischio la tenuta del tessuto sociale e produttivo. Ecco dunque perché si sceglie di rinviare il pareggio, perché il deficit salirà dal 2,2 al 2,9%, in modo da creare la possibilità di una manovra da circa 11 miliardi. soldi che serviranno a finanziare la manovra, tra bonus Irpef, sgravi alle imprese, ammortizzatori sociali e fondi per la scuola, e Patto di stabilità più leggero per gli enti locali. Quest'anno cresceranno il disavanzo e l'incidenza del debito, anche per il minor apporto delle privatizzazioni, soltanto 4,5 miliardi quest'anno. Nota positiva la discesa della spesa per interessi, -6 miliardi rispetto alle stime. Nel 2015 i conti miglioreranno in maniera molto limitata, mentre il riallineamento agli obiettivi riprenderà dal 2016: ed ecco dunque la clausola di salvaguardia che ci dovrebbe mettere al riparo da attacchi Ue: se le altre misure non basteranno, in quell'anno Iva e imposte indirette aumenteranno per portare in cassa 12,4 miliardi. Una cifra che salirà a 17,8 nel 2017 e a 21,4 nel 2018.

    Fonte:

    Quanto viene scritto è vero? Ma questo non costringerà tutti a pagare con carte di credito e affini, esponendo i propri conti a maggiori rischi? E non significa un aumento delle spese sui propri conti a causa del maggior numero di operazioni effettuate? Insomma, come si pagherà alla fine e quanto costerà? Come faranno gli anziani ad abituarsi, se veramente si potrà pagare solo con la moneta "virtuale"?
     
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  2. marty98
     
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    Secondo me non è vero si continueranno ad usare gli scontrini fiscali
     
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  3. Tatiana Macovei
     
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    se le notizie sui giornali sono vere si, altrimenti no.
     
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  4. Aliona Milani
     
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    credo di si se lo hanno scritto
     
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    Re Spammone 2008

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    ahahah impossibile al max avranno gli scontrini con la dicitura non fiscale come quelli dell'ikea o delle catene di supermecati
     
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  6. PPH_RTJ
     
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    E' impossibile che ciò accada.
    Lo scontrino fiscale oltre che ha creare un controllo del momento sull'avvenuta registrazione dell'acquisto serve alle macchine "di cassa" per creare il conto a fine giornata con il quale la GdF può poi incrociare i controlli con i versamenti in banca.
    Il cosidetto nero è così utilizzabile solo per i pagamenti in contanti in questo modo.

    Togliendolo, l'unico modo di pagamento delle tasse sarebbe un pagamento forfettario, che non è minimamente pensabile.

    Oppure un conteggio del magazzino... altra improbabilità
     
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  7. Lorella Falconi Diaz
     
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    Ho dei seri dubbi, anche se lo dicono loro! Sarà impossibile eliminare tutte le ricevuti e scontrini.
     
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  8. PPH_RTJ
     
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    Rilancio dopo alcune notizie apprese:

    E' realmente presa in considerazione questa cosa.
    In realtà non è che lo scontrino si annulla, ma andiamo per ordine:

    Anni fa c'era l'obbligo di emissione dello scontrino e le sanzioni comprendevano sia il negoziante che il cliente. Cioè se il cliente veniva fermato in assenza di scontrino veniva multato ( sulle 50.000 lire), la multa al negoziante non ricordo se avveniva in questo caso o solo in caso di MANCATA erogazione dello scontrino. Questo era un ottimo espediente per incentivare i clienti a richiedere lo scontrino

    Da alcuni anni ( +di 5) il cliente non ha + l'obbligo di ritirare lo scontrino, rimane ovviamente l'obbligo al negoziante del'emissione, questo solo per materiale comprendente IVA. Giornali, tabacchi e beni pre-tassati non hanno questo obbligo.

    Cosa è avvenuto? Che non è più necessario lo scontrino cartaceo ma basta la semplice memorizzazione in cassa o in un computer da poi spedire a commercialisti o enti che si occupano della fiscalizzazione.

    QUindi in realtà lo scontrino avviene ugualmente solo senza l'emissione del cartaceo. Viene memorizzato e archiviato come accadeva in precedenza.
    La copia cartacea serviva esclusivamente ad uso cliente e di controllo finanza.
    Ora i controlli avverranno sulle memorie ( questo lo intuisco non lo ho letto)

    Queste sono le informazioni a me pervenute. La loro veridicità non so se sia vera
     
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  9. Carmela Ghesizzi
     
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    Si, pare che è vero. Quando cerchi con Google trovi molti articoli su questa cosa, ma non ho capito bene cosa intendono fare.





    Per la vendita a consumatori italiani le imprese non devono emettere fatture o ricevute fiscali

    Lo schema di decreto legislativo (c.d. MOSS), approvato dal Consiglio dei Ministri il 27 marzo 2015 e, a breve, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, accoglie le richieste della CNA ed elimina l’obbligo di emettere fatture, scontrini o ricevute fiscali per le imprese italiane che effettuano e-commerce diretto verso consumatori finali italiani (cessioni di app, software, file audio e video ecc. via web). Viene così eliminata l’assurdità di dover emettere una fattura per la vendita di una “app” di 0,89 euro, quando si tratta di pagamenti sicuramente tracciati perché effettuati utilizzando i mezzi messi a disposizione dal web.

    Nella sostanza, il commercio elettronico diretto viene assimilato alle operazioni di e-commerce indiretto (cessioni di beni quali elettrodomestici, vestiti o quant’altro, già assimilate alle vendite per corrispondenza).

    Più in particolare, il Provvedimento introduce nel decreto Iva il nuovo regime speciale MOSS (Mini One Stop Shop) che disciplina le modalità di dichiarazione e versamento dell’Iva dovuta sui servizi di telecomunicazione, teleradiodiffusione e sui servizi elettronici prestati a persone non soggetti passivi Iva stabiliti in UE.

    Anche se operativamente i contribuenti dal 1° Gennaio 2015 possono già accedere al portale relativo al MOSS, messo a disposizione sul sito dell’Agenzia delle Entrate, la norma che introduce il nuovo regime Iva non è stata ancora introdotta nell’ordinamento italiano. Il decreto legislativo in commento colma questa lacuna introducendo nel Decreto Iva (DPR 633/72) i nuovi articoli 74-quinquies, 74-sexies, 74-septies che prevedono i nuovi regimi speciali Moss UE e NON UE.

    Rispetto alle bozze del decreto lo schema definitivo contiene un’importante precisazione in tema di certificazione delle operazioni di e-commerce diretto effettuate da imprese Italiane nei confronti di privati italiani; per queste operazioni non esisterà obbligo di certificazione, al pari di quanto già avviene per le operazioni di e-commerce indiretto (assimilate alle vendite per corrispondenza) e al pari di quanto era già previsto per le operazioni MOSS. La precisazione (normativamente prevista in un nuovo comma 6-ter dell’art. 22 del Decreto Iva in un apposto decreto di prossima emanazione) è frutto di un importante lavoro della CNA con la Commissione Finanze della Camera che, durante l’iter di approvazione del decreto in commento, ha segnalato le difficoltà e le complicazioni che sarebbero state causate alle imprese italiane se le operazioni di commercio elettronico diretto, effettuate nei confronti di soggetti privati italiani, fossero state soggette all’obbligo di certificazione (vedi Notizia del 30 gennaio 2015).

    Nel decreto in approvazione è, inoltre, meglio precisato che le prestazioni di servizio di telecomunicazione, teleradiodiffusione e i servizi resi tramite mezzi elettronici, effettuati nel territorio dello Stato da parte di soggetti esteri, sono esonerati dagli obblighi contabili previsti dal Titolo II del decreto Iva.

    http://www.cna.it/cna/dipartimenti-e-uffic...-le-imprese-non
     
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    Re Spammone 2008

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    allora in pratica sarà come avviene per IKEA o altri grossi supermercati

    avrete uno scontrino cartaceo con dicitura " non fiscale " poi giornalmente verranno trasmessi all'agenzia delle entrate i totali giornalieri

    è tutto fumo negli occhi gente :) l'unica cosa che serve è allo stato per i fini statisti di sapere quanta iva incassano mensilmente o al trimestre
     
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9 replies since 11/10/2014, 09:07   301 views
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